09.07.25 – La Regione Veneto ha lanciato un nuovo bando per finanziare progetti di ricerca e sviluppo sull’idrogeno verde, puntando sull’energia pulita del futuro.
L’idrogeno verde è sulla bocca di tutti quando si parla di energie rinnovabili, e ora anche il Veneto decide di fare la sua parte. Con un bando da 5 milioni di euro, la Regione vuole sostenere imprese e centri di ricerca che vogliono sviluppare soluzioni innovative legate a questo vettore energetico, considerato centrale nella corsa verso un futuro a basse emissioni.
Pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto (BUR n. 85 del 27 giugno 2025), il bando approvato con la delibera DGR n. 700 finanzia progetti che riguardano la produzione, lo stoccaggio e l’utilizzo dell’idrogeno verde, cioè ottenuto da fonti rinnovabili. L’obiettivo è sostenere la transizione energetica e promuovere una filiera veneta dell’idrogeno, in linea con le strategie europee e nazionali per la decarbonizzazione entro il 2050.
Chi può partecipare e cosa si può fare. Il bando è aperto a imprese di ogni dimensione, dalle microaziende alle PMI, ma anche a realtà industriali più strutturate (le cosiddette “small mid-cap”). La condizione principale è collaborare con almeno un ente di ricerca con sede in Veneto, come università, centri tecnologici o istituti pubblici.
I progetti riguardano: la produzione di idrogeno tramite elettrolisi (separando l’idrogeno dall’acqua con elettricità da fonti rinnovabili); nuove tecnologie per trasportarlo o immagazzinarlo in modo più efficiente; l’uso dell’idrogeno in celle a combustibile per produrre energia, anche per la mobilità sostenibile; sistemi intelligenti per gestire infrastrutture energetiche basate sull’idrogeno.
Come funziona il finanziamento. Il contributo è a fondo perduto, cioè non va restituito. Copre diverse spese legate al progetto: costi del personale, strumenti e attrezzature, consulenze, brevetti, affitti di locali e terreni (se usati per il progetto). Non sono invece ammesse spese poco trasparenti, beni usati o costi finanziari.
Per essere ammessi, i progetti devono ottenere almeno 25 punti in una griglia di valutazione che considera sia la qualità dell’idea, sia la solidità delle imprese coinvolte.
Non è tutto. Tra i criteri valutati ci sono: la chiarezza e l’originalità dell’idea; l’impatto atteso in termini di sostenibilità e innovazione; la capacità tecnica e organizzativa dei partecipanti; l’eventuale possesso di certificazioni ambientali. La Regione pubblicherà la graduatoria entro 120 giorni dalla chiusura del bando.
Tutti i progetti dovranno rispettare il principio DNSH (“Do No Significant Harm”), ovvero “non arrecare danni significativi all’ambiente”. Questo significa, ad esempio, che non potranno causare emissioni di gas serra, inquinamento o danni alla biodiversità. Anche il rispetto della tracciabilità economica e degli obblighi di trasparenza sarà fondamentale per ottenere e mantenere il finanziamento.
Con questo bando, la Regione Veneto non si limita a sostenere l’innovazione tecnologica: vuole creare un vero ecosistema dell’idrogeno verde, capace di attrarre investimenti, valorizzare le competenze locali e contribuire concretamente alla lotta contro il cambiamento climatico. Un’occasione decisamente importante per imprese, startup e centri di ricerca che guardano al futuro dell’energia. E per tutti noi. (A.P.)
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