Analisi del recente black out elettrico in Spagna

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Elettrodotto

30.06.25 – Il sistema di rete elettrica in Spagna come si ricorderà ha subito un grave malfunzionamento il 28 aprile 2025, quando un massiccio black out ha paralizzato l’intera Penisola Iberica, colpendo decine di milioni di persone tra Spagna e Portogallo, estendendosi brevemente anche ad alcune aree della Francia sudoccidentale.

Secondo le recenti dichiarazioni del Ministro della Transizione Ecologica spagnolo, Sara Aagesen, la causa principale dell’interruzione è stata identificata in una “sovratensione” della rete che ha innescato una “reazione a catena”. Il black out, che ha avuto “molteplici” cause, si è verificato in un momento in cui il sistema “mancava di sufficiente capacità di controllo della tensione”. Non solo. È importante notare che poco prima dell’interruzione della grid supply electricity, circa il 70% della produzione energetica proveniva da fonti eoliche e solari. Conseguentemente, l’interruzione ha provocato disagi a tappeto: collegamenti internet e telefonici interrotti, treni fermi, attività commerciali chiuse e città immerse nell’oscurità. Analogamente, scuole, università, edifici governativi e centri di trasporto sono rimasti senza elettricità, mentre i semafori spenti hanno causato ingorghi stradali.

Ma cosa ha innescato il black out del 28 aprile? L’analisi dettagliata dei dati ha rivelato una sequenza precisa degli eventi che hanno portato al collasso della grid electricity. Il 28 aprile, circa mezz’ora prima dell’interruzione totale, sono state registrate due importanti oscillazioni nel sistema elettrico: la prima alle 12:03, durata circa 4 minuti con una frequenza di 0,7 Hz, e la seconda alle 12:19, durata 5 minuti con frequenza di circa 0,2 Hz. Queste oscillazioni hanno rappresentato i primi segnali di instabilità del sistema. Poco dopo, alle 12:32, è iniziata una serie di disconnessioni di generatori nel sud della Spagna, nelle province di Granada, Siviglia e Badajoz, per un totale stimato di circa 2.200 MW. Queste disconnessioni sono state causate da sovratensioni che hanno attivato i sistemi di protezione automatica delle centrali elettriche. Nei 20 secondi successivi, la frequenza del sistema elettrico iberico ha iniziato a diminuire rapidamente. Alle 12:33 ha raggiunto il valore critico di 48,0 Hz, innescando l’attivazione dei piani di difesa con distacco automatico del carico in Spagna e Portogallo. Tuttavia, questo intervento non è stato sufficiente a stabilizzare il sistema. Pochi secondi dopo i dispositivi di protezione hanno disconnesso le linee aeree ad alta tensione tra Francia e Spagna, isolando di fatto la penisola iberica dal resto della rete europea. Subito dopo il sistema elettrico iberico è collassato completamente, con una massiccia disconnessione di circa 15 GW di generazione che ha colpito quasi 50 milioni di persone.

Due fattori strutturali hanno aggravato la situazione: in primo luogo, erano solo dieci gli impianti sincroni programmati per essere attivi quel giorno, il minimo annuale; in secondo luogo, l’interconnessione della penisola iberica con il resto d’Europa è limitata a circa il 6%, ben al di sotto dell’obiettivo del 15% fissato dall’Unione Europea per il 2030.
Secondo la ministra Sara Aagesen, molti degli impianti in grado di regolare la tensione “non hanno risposto adeguatamente alle istruzioni del gestore del sistema”, e alcuni hanno addirittura prodotto potenza reattiva, alimentando il problema anziché risolverlo. Ciò ha portato il sistema a un “punto di non ritorno” con “reazioni a catena incontrollabili”.

Contrariamente alle ipotesi iniziali, né un attacco informatico né un eccesso di produzione di energia solare hanno causato il black out della grid supply electricity. Il problema sta nelle vulnerabilità strutturali del sistema elettrico iberico. L’analisi delle cause del black out iberico, infatti, rivela vulnerabilità strutturali profonde nel sistema elettrico spagnolo che hanno amplificato l’impatto dell’incidente. Queste debolezze rappresentano sfide significative per la stabilità della grid electricity in una nazione che sta accelerando la transizione energetica.

Il punto critico della penisola iberica è il grave isolamento elettrico dal resto d’Europa. Attualmente la sua capacità di interconnessione con il continente è pari a circa il 2% della capacità europea. Ciò rende la Spagna una rete semi-isolata in caso di problemi. Questo valore è nettamente inferiore all’obiettivo del 15% fissato dalle linee guida europee. L’interconnessione principale con la Francia ha una capacità complessiva di appena 3 GW, insufficiente per garantire un adeguato supporto esterno durante le crisi. Non è tutto. Il sistema iberico presenta anche una preoccupante carenza di sistemi di accumulo energetico. La Spagna dispone soltanto di 60 MW di batterie e circa 3.300 MW di pompaggi idroelettrici, contro i circa 10.000 MW italiani complessivi. Durante il black out, solo 1,4 GW degli oltre 3,3 GW disponibili di pompaggi erano effettivamente operativi.

Un altro punto critico riguarda gli investimenti insufficienti nelle infrastrutture di rete. Secondo un’analisi di Bloomberg NEF, gli investimenti in reti elettriche in Spagna sono pari a soli 30 centesimi per ogni euro investito in rinnovabili, contro una media europea di 70 centesimi. Questa sproporzione ha generato un livello di congestione nell’interconnessione Spagna-Francia che nel 2024 si è verificato per il 67,6% delle ore. Una vulnerabilità aggravata dall’alta dipendenza dalle fonti rinnovabili, che rappresentano fino all’80% del fabbisogno energetico spagnolo. Queste fonti, tuttavia, mancano di inerzia elettromeccanica, caratteristica che limita la loro capacità di stabilizzare la rete durante le crisi. In gergo tecnico, non possono intervenire efficacemente per stabilizzare la frequenza o compensare con tempestività il crollo di energia. Come già detto, il giorno del black out, il sistema operava con un numero estremamente ridotto di centrali sincrone attive – solo 10, il minimo annuale. Questa configurazione ha limitato drasticamente la capacità del sistema di gestire le oscillazioni di tensione.

A seguito del devastante black out iberico, la Commissione Europea ha avviato un piano d’azione per rafforzare la resilienza della grid electricity continentale. L’approccio comunitario si concentra su molteplici fronti per affrontare le vulnerabilità evidenziate dall’interruzione dell’aprile scorso. L’UE – pertanto – ha accelerato gli investimenti nelle interconnessioni transfrontaliere, con particolare attenzione al corridoio franco-spagnolo. Il programma Connecting Europe Facility ha stanziato 8,7 miliardi di euro per progetti energetici transfrontalieri nel periodo 2021-2027, di cui circa 1,2 miliardi destinati specificamente al potenziamento delle connessioni tra Spagna e Francia. Questo investimento mira a portare la capacità di interconnessione iberica dall’attuale 6% al target minimo europeo del 15% entro il 2030.

Parallelamente, il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva che obbliga gli Stati membri a mantenere una percentuale minima di generatori sincroni attivi nelle loro reti. Secondo la nuova normativa, almeno il 20% della capacità produttiva deve provenire da sistemi in grado di fornire inerzia rotante al sistema, anche quando la produzione rinnovabile è elevata.

Infine, l’Unione ha istituito un fondo speciale di 5 miliardi di euro per l’installazione di sistemi di accumulo energetico, con particolare attenzione ai compensatori sincroni e alle batterie grid-scale. Questi dispositivi possono fornire servizi di stabilità alla rete senza generare energia attiva, compensando la crescente penetrazione di fonti rinnovabili non sincrone.

Di conseguenza, il programma Horizon Europe ha intensificato il sostegno alla ricerca su tecnologie innovative per la gestione della grid supply electricity, con 450 milioni di euro destinati a progetti sulla stabilità di rete in presenza di alte percentuali di rinnovabili. Tra le tecnologie più promettenti figurano gli inverter grid-forming, capaci di emulare il comportamento dei generatori sincroni tradizionali.

Sul fronte della cybersecurity, il nuovo regolamento DORA (Digital Operational Resilience Act) impone requisiti stringenti ai gestori delle infrastrutture critiche, inclusi i TSO elettrici. Le aziende devono implementare sistemi di difesa avanzati e condurre stress test regolari per verificare la resilienza delle reti agli attacchi informatici.

La risposta europea al black out spagnolo, dunque, si configura come un approccio sistemico che combina investimenti infrastrutturali, normative tecniche e innovazione, con l’obiettivo di creare una rete elettrica continentale più robusta e interconnessa.

Il black out spagnolo, pertanto, non va interpretato come un argomento contro le energie rinnovabili, bensì come un monito sull’importanza di una pianificazione integrata. La stabilità futura della rete elettrica europea dipenderà dalla capacità di bilanciare innovazione e sicurezza, interconnessione e resilienza locale, ambizione ambientale e pragmatismo tecnico. Soltanto attraverso questo equilibrio si potrà garantire un sistema energetico veramente sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che da quello della sicurezza dell’approvvigionamento. (Red.)

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