Paolo Rumiz
Verranno di notte
Lo spettro della barbarie in Europa
Milano, Feltrinelli, 2024, pp. 208, euro 16,00
É notte fonda. Paolo Rumiz si trova al confine orientale dell’Europa, avvolto dal buio e dal crepitio della stufa. Un’insonnia angosciosa lo attanaglia mentre riflette sul destino del continente. Treni carichi di profughi, convogli militari che attraversano la notte: l’Europa è dilaniata da conflitti e dominata da un’economia spietata. Rumiz è testimone di un’Europa che sembra aver smarrito la sua anima.
L’ombra del fascismo riemerge sotto nuove spoglie, alimentata da un populismo sfrenato e da un’ondata di odio diffusa attraverso i social network. I principi dell’Unione Europea vengono calpestati, le barriere ai confini si moltiplicano, mentre la solidarietà verso i più deboli lascia il posto a una feroce retorica di esclusione. É un’Europa in guerra, non solo contro nemici esterni, ma anche contro se stessa. Una guerra contro l’umanità in fuga, contro i valori di democrazia e tolleranza. Ma proprio quando tutto sembra perduto, una luce tenue squarcia il buio.
In Germania, come in altre città europee, milioni di persone scendono in piazza per difendere i valori di giustizia e uguaglianza. Rumiz ritrova la speranza in queste voci coraggiose che dimostrano come la parola sia l’unica arma capace di combattere le ingiustizie. “Verranno di notte. Lo spettro delle barbarie in Europa” non è solo un resoconto di viaggio, ma un saggio avvincente che traccia il declino dell’Unione e mette in luce le crescenti ombre di un fascismo camuffato che si insinua nel tessuto sociale, mentre il mare dell’indifferenza ci avvolge.
L’autore. Paolo Rumiz (1947, Trieste) giornalista, è stato inviato speciale del quotidiano Il Piccolo di Trieste. Successivamente ha iniziato a collaborare con la Repubblica, in qualità di editorialista. A partire dalla metà degli anni Ottanta si è interessato in particolare degli eventi accaduti nell’area dei Balcani e nell’area danubiana. Ha documentato la guerra dei Balcani, seguendo le diverse fasi del conflitto, prima in Croazia e poi in Bosnia ed Erzegovina. Nel 2001 è stato inviato in Afghanistan per documentare la guerra nella zona di Islamabad e Kabul. Autore di numerose opere, ha scritto numerosi reportage in cui racconta dei numerosi viaggi da lui compiuti sia per lavoro sia per piacere personale. (Red.)