Filippo Menga
Sete
Crisi idrica e capitalismo
Milano, Ponte alle Grazie, 2024, pp. 288, euro 20,00
La «crisi idrica globale» è un argomento di grande apprensione in questo avvio di terzo millennio. E la risposta al problema resta inadeguata: anziché alla comprensione della crisi, si lavora alla sua spettacolarizzazione. Le star di Hollywood ci invitano a elargire generose donazioni, come singoli consumatori. Le multinazionali dell’acqua in bottiglia e della birra portano avanti campagne pubblicitarie basate sulle loro politiche di sostenibilità. Le associazioni benefiche si rendono intanto conto di avere bisogno di “soldi veri”, cioè di ottenere degli utili da ciò che fanno.
Come spiega con chiarezza Filippo Menga in questo libro, c’è un cortocircuito evidente. Il sistema che in larga parte è responsabile della crisi si propone di guadagnare affrontandola. È il funzionamento del capitalismo: la “crisi” in sé è un suo elemento cardine, e nel momento in cui, come è il caso della crisi ecologica, e idrica in particolare, diviene strutturale, il processo di mercificazione prevede che la gestione della crisi stessa debba diventare fonte di profitto.
Sete è un’impietosa critica alle strategie messe in atto per arginare la crisi idrica, un campanello d’allarme sugli effetti devastanti della fede cieca nel mercato. Ma allo stesso tempo è una profonda riflessione sul nostro rapporto con la natura e un potente richiamo all’azione: « Non è mai troppo tardi per prendere posizione e invertire la rotta del discorso». (Red.)
L’autore. Filippo Menga è professore associato di Geografia all’Università di Bergamo e Visiting Research Fellow all’Università di Reading (Regno Unito). Prima di rientrare in Italia nel 2021 ha lavorato, tra le altre, all’Università di Reading e all’Università di Manchester. Considerato uno dei maggiori esperti di politiche dell’acqua in campo internazionale, Menga è autore di numerosi articoli pubblicati nelle principali riviste internazionali nel campo della geografia, ed è inoltre autore del libro Power and Water in Central Asia (2018) e curatore (con Erik Swyngedouw) di Water, Technology and the Nation-State (2018). Dal 2024 è Editor-in-Chief della rivista accademica Political Geography. (Red.)