Quando a Roma vivevano gli elefanti

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Il deposito paleontologico e archeologico di Casal Lumbroso (credit: uniroma1.it)

09.10.25 – Importante scoperta paleontologica e archeologica nell’area di Casal Lumbroso a Roma: 400 mila anni fa regnavano gli elefanti. Lo studio, condotto da Sapienza Università di Roma in collaborazione con il Museo delle Civiltà, il CNR – Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria (IGAG) e la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, rappresenta un tassello fondamentale per la comprensione delle interazioni tra ominidi arcaici e grandi mammiferi nel contesto europeo.

Le indagini sul campo, iniziate nel 2017 e proseguite fino al 2019 sotto la direzione della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, sono riprese nel 2023 sotto il coordinamento della Sapienza, con una nuova fase di studio interdisciplinare. A oggi sono meno di venti i siti noti a livello globale che documentano lo sfruttamento di carcasse di elefante da parte di ominini arcaici.

Casal Lumbroso si distingue per la ricchezza dei reperti e per l’approccio metodologico adottato, che ha permesso di ricostruire in dettaglio la catena di eventi che ha portato alla deposizione dei fossili e alle interazioni Homo-elefante. Durante gli scavi è stata rinvenuta una carcassa incompleta di elefante antico, associata a industrie litiche e strumenti ossei ricavati dallo stesso elefante. L’analisi tafonomica (trasformazione dei resti organici) ha evidenziato come l’animale non fosse stato soltanto fonte di cibo, ma anche di materia prima per la produzione di strumenti in osso. Tra i reperti faunistici rinvenuti sono stati identificati anche rinoceronti, bovini, cervidi, daini, caprioli e lupi, testimoniando un ricco ecosistema oggi scomparso.

Questa ricerca contribuisce a ricostruire eventi accaduti in un mondo profondamente diverso, ma geograficamente vicino. In un paesaggio antico, lungo il corso di un piccolo fiume, un gruppo di cacciatori-raccoglitori ha macellato un elefante e ne ha utilizzato le ossa come strumenti. Elefanti che oggi, specie come il Palaeoloxodon antiquus, non esistono più in Europa, ma i loro fossili raccontano una storia profonda di adattamento umano, ambienti perduti e cambiamenti climatici.

Lo studio è stato possibile grazie alla sinergia tra istituzioni e ricercatori: un gruppo interdisciplinare composto da archeologi, paleontologi, geologi e specialisti di diverse discipline, che hanno unito competenze e approcci integrati con analisi geologiche e stratigrafiche del deposito. Al riguardo, le analisi geochimiche sui sedimenti vulcanici, hanno permesso di attribuire il sito a circa 400.000 anni fa e le analisi isotopiche condotte su un dente dell’elefante, hanno indicato un ambiente forestato e con clima caldo-umido. La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Plos One. (Red.)

Vedi
https://www.uniroma1.it
https://doi.org/10.1371/journal.pone.0328840
https://heos.it/category/scienze/

Vedi anche
https://heos.it/category/libri-in-vetrina-25/

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