Essere o non essere umani. Ripensare l’uomo tra scienza e altri saperi

957
Se la natura dell’uomo non è riducibile deterministicamente alla biologia, alla chimica e alla fisica, come possiamo concepire una scienza nuova, che descriva e spieghi accuratamente cosa vuol dire essere umani?
20.02.24 Essere o non essere umani

Björn Larsson
Essere o non essere umani
Ripensare l’uomo tra scienza e altri saperi

Milano, Raffaello Cortina Editore, 2024, pp. 448, euro 26,00

Cosa ci rende umani? Cosa distingue Homo sapiens sapiens dagli altri primati? Nel plasmare la nostra esistenza individuale e collettiva, noi esseri umani abbiamo un margine di scelta o siamo pedine sulla scala dell’evoluzione, del tutto subordinati alle leggi fisiche che governano micro e macrocosmi?
In contrasto con le scienze più o meno fataliste – le scienze cognitive, per esempio – che vedono la natura umana come un risultato dell’adattamento evoluzionistico, l’autore sostiene che la specificità dell’essere umano dipende in larga parte da quella grande innovazione che è stata la rappresentazione simbolica, dall’idea cioè che tutto – un suono, un gesto, un oggetto – possa essere usato per rappresentare qualunque altra cosa. È proprio da essa che dipendono le qualità più specificamente umane: l’immaginazione, il linguaggio, la coscienza, il dubbio, un certo grado di libertà, il sentimento del futuro, la comprensione di sé e degli altri, credenze, miti e fedi religiose.

Se la natura dell’uomo non è riducibile deterministicamente alla biologia, alla chimica e alla fisica, come possiamo concepire una scienza nuova, che descriva e spieghi accuratamente cosa vuol dire essere umani? È fattibile? E, se sì, a cosa dovrebbe servire? Potrebbe davvero contribuire a rendere il mondo un posto migliore, più umano, più giusto, più libero per tutti?

L’autore. Björn Larsson nasce a Jönköping in Svezia nel 1953. Docente di Letteratura francese all’Università di Lund, filologo e traduttore. È solo nel 1992, tuttavia, che Larsson conquista il grande pubblico col romanzo “Il cerchio celtico”, un thriller ispirato a un suo viaggio in acque anglo-scozzesi. Il romanzo vince il Premio Boccaccio Europa 2000 e, nello stesso anno, è pubblicato in Italia dalla casa editrice Iperborea. Del 1995 è “La vera storia del pirata Long John Silver” (Iperborea 1998), romanzo ispirato al pirata de “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson. Per il più intimista “Il porto dei sogni incrociati” (1997, trad. it. Iperborea 2001) vince il Prix Médicis étranger 1999. Sempre nel 1999 esce “L’occhio del male” (Iperborea 2002), una storia di terrorismo ambientata a Parigi. In “Bisogno di libertà” (2006, trad. it. Iperborea 2007), il suo primo libro scritto in francese, Larsson traccia la propria autobiografia. “I poeti morti non scrivono gialli” (2010, trad. it. Iperborea 2011) gioca invece a sovvertire le regole del genere investigativo, candidandosi tra i finalisti al Premio Bancarella 2012. Nel 2015 esce in Italia, sempre per Iperborea, “Raccontare il mare”, una raccolta delle sue prefazioni a libri sul mare. (red.)

Suggerimenti