Audacia, ribellione, velocità

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Giordano Bruno Guerri,
Audacia, ribellione, velocità. Vite strabilianti dei futuristi italiani
Milano, Rizzoli, 2025, pp. 38, euro 29,00

10.12.25 – Un libro di storia e di storie, in cui Guerri unisce la perizia del biografo e la brillantezza del narratore allo sguardo del commentatore attento, per stabilire – tra foto inedite dei protagonisti, manifesti, opere d’arte e idee di propaganda – cosa è stato il futurismo nelle vite dei suoi interpreti, e cosa c’è del futurismo nelle nostre (decisamente più noiose). Vale per ogni avanguardia, e non può non valere più forte per l’avanguardia delle avanguardie. Fedele a questa definizione, Giordano Bruno Guerri ricostruisce l’esplosione e la dinamica di quel cataclisma totale – artistico, politico, di costume – che fu il futurismo, la più importante creazione culturale italiana dopo il Rinascimento. Lo fa partendo dal contesto, dall’Italia e dall’Europa di inizio Novecento, dal passato che i futuristi sentivano come gabbia e fardello, dal genio rivoluzionario del fondatore, Filippo Tommaso Marinetti, che raccolse attorno a sé e al suo Manifesto del 1909 le energie più vivaci dell’epoca, in Italia e nel mondo.

Così, in una istantanea di gruppo degli uomini e delle donne (già, l’altra metà del futurismo) che lo seguirono, Guerri ripercorre la cangiante traiettoria umana e artistica di Boccioni, Prampolini, Balla, Depero, Benedetta Cappa Marinetti, Valentine de Saint-Point, solo per citarne alcuni, e ricostruisce il rapporto del movimento con la guerra e le donne, diverso in entrambi i casi da come comunemente si crede, l’innamoramento per la modernità, l’indole ribelle e guascona, l’adesione compatta al mito della velocità. E il legame con il fascismo, l’ambizione di rendere futurista la rivoluzione mussoliniana, ambizione destinata a fallire e a ipotecare il giudizio storico sull’avanguardia creata da Marinetti. Eppure, il futurismo riuscì a impedire che anche il regime si appiattisse nella condanna dell’arte moderna – “degenerata” – come accadde nella Germania di Hitler e nell’Unione Sovietica di Stalin. E oggi l’eredità del futurismo sopravvive nelle avanguardie, nelle invenzioni più contemporanee, da Internet all’Intelligenza Artificiale, nei costumi che i futuristi preconizzarono, nel modo di guardare, intendere, vivere e sopravvivere al progresso.

L’autore. Giordano Bruno Guerri (1950, Monticiano, Siena) è uno scrittore e giornalista italiano, uno storico e studioso del XX secolo, specializzato sul ventennio fascista e sui rapporti fra stato italiano e Chiesa. Nel 1965 si trasferisce a Milano, dove completa il liceo e gli studi universitari in lettere all’Università Cattolica, laureandosi nel 1974. Nel corso degli anni Settanta lavora per la casa editrice Garzanti come correttore di bozze, pubblicando un importante manuale per correttori nel 1971. Negli anni successivi colleziona diverse esperienze nel campo del giornalismo e dell’editoria, come la nomina a direttore del mensile “Storia illustrata” nel 1985, quella a direttore editoriale per Mondadori nel 1986 e la collaborazione con “il Giornale” in qualità di opinionista nel 1984. Come docente di storia contemporanea ha tenuto corsi nelle università di Madrid, Rio de Janeiro e Roma. Nel 2018 è stato insignito del Premio speciale Città di Viareggio, per aver creato un significativo rapporto di scambio tra la Fondazione Vittoriale degli Italiani, di cui è direttore dal 2014, e quelle intitolate a Giovanni Pascoli e a Giacomo Puccini. Tra le sue opere più recenti si ricordano L’arcitaliano. Vita di Curzio Malaparte (Bompiani, 2008), Povera santa, povero assassino. La vera storia di Maria Goretti (Mondadori, 1985, poi Bompiani, 2008), Galeazzo Ciano (Bompiani, 2011), D’Annunzio. L’amante guerriero (Mondadori, 2017), Antistoria degli italiani. Da Romolo a Grillo (La Nave di Teseo, 2018), Disobbedisco, Fiume 1919-1920 (Mondadori, 2019), Giuseppe Bottai (Mondadori, 2019), Galeazzo Ciano. Una vita (1903-1944) (La Nave di Teseo, 2019) e Storia del mondo. Dal Big Bang a oggi (2023).

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