Antartide, svelati i segreti del Lago Enigma

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Area di indagine, spessore del ghiaccio del Lago Enigma e posizionamento dei punti di perforazione eseguiti (credit: nature.com)
Antartide, rete idrografica subglaciale (credit: ingv.it)

19.12.24 – Il lago Enigma, in Antartide, comincia a rivelare pezzi dei suoi segreti. Un team internazionale di ricercatori infatti ha localizzato, contrariamente a quanto supposto fino ad oggi, uno strato di acqua dolce perennemente coperta da una spessa coltre di ghiaccio.

Lo studio, pubblicato recentemente nella rivista Communications Earth & Environment, è stato condotto da studiosi dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con l’Istituto di Scienze Polari del CNR (CNR-ISP), l’Istituto di ricerca sulle acque del CNR (CNR-IRSA), l’Istituto di Geoscienze e delle Georisorse del CNR, l’Istituto per le Applicazioni del Calcolo Mauro Picone del CNR (IAC-CNR), il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università “La Sapienza” di Roma, l’Università di Firenze, la Southern Illinois University (USA), la Queen’s University di Belfast (Irlanda).

Il particolarissimo habitat del lago Enigma è il risultato di un ecosistema di microrganismi unico e insolitamente diversificato. Il progetto ENIGMA, finanziato dal Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA) e coordinato da Stefano Urbini dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), prende infatti il nome dall’omonimo lago presente a circa 5 km dalla base italiana Mario Zucchelli. Il lago Enigma è così denominato a causa dell’enigmatica presenza di un cono detritico sopraelevato nel suo centro e ritenuto dal 1989 ad oggi come completamente ghiacciato.

I rilievi radar condotti dai ricercatori dell’INGV, nel periodo compreso tra Novembre 2019 e Gennaio 2020, hanno invece rilevato la presenza di acqua allo stato liquido sotto una coltre di ghiaccio che può superare i 14 metri di spessore. Il lago è stato quindi perforato ed esplorato in prima istanza con una telecamera subacquea che ha fornito immagini inedite ai ricercatori. I microbiologi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istituto di Scienze Polari) che afferivano al progetto, hanno quindi identificato diversi tipi di tappeti microbici (ovvero pellicole composte da colonie microbiche), alcuni alti fino a 40 centimetri e con un diametro di 60 centimetri.

Le successive analisi sul DNA effettuate nei campioni di acqua hanno permesso di identificare la composizione dell’ecosistema microbico rivelando un’elevata quantità di batteri Patescibacteria, che hanno un diametro medio di 200-350 milionesimi di millimetro. Fino ad oggi questi batteri non erano mai stati trovati in simili laghi antartici e anche il loro ruolo (simbiotico o predatorio) è ancora del tutto da chiarire.

Lo studio e le relative scoperte adesso offrono nuovi spunti di conoscenza sia “terrestre” sia “extra-terrestre”. Infatti, la particolare tipologia di habitat del lago Enigma, dove organismi “estremofili” possono sopravvivere o proliferare è possibile trovarla anche in ambienti al di fuori della Terra. Alcuni esempi. Europa, uno dei satelliti naturali di Giove, oppure a Enceladus (una luna di Saturno) dove, al di sotto delle loro calotte di ghiaccio è ritenuta altamente probabile la presenza di habitat simili a quelli del lago Enigma e che potrebbero, quindi, contenere forme di vita (microbica) extraterrestri. (Red.)

Vedi
www.ingv.it
https://www.nature.com/articles/s43247-024-01842-5
https://heos.it/category/scienze/

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