Umberto Galimberti,
Le disavventure della verità
Milano, Feltrinelli, 2025, pp. 144, euro 12,00
06.11.25 – La verità non si insegna, ma la si scopre. In un tempo in cui tutto è rappresentazione, dire il vero è diventato un atto sovversivo. Che cos’è la verità oggi? È ancora possibile distinguere ciò che è vero d ciò che è falso, in un tempo in cui la realtà sembra dissolversi nella sua rappresentazione? L’autore affronta qui uno dei temi più antichi e più urgenti della filosofia, tracciando una genealogia della verità che è anche una mappa per orientarsi nel nostro presente. Dalla alétheia greca allo ‘emet ebraico, da Platone alla scienza moderna, dalla fede cristiana alla tecnica contemporanea, questo libro ripercorre i momenti in cui l’Occidente ha ridefinito il significato della verità, fino a trasformarla in ciò che è oggi: efficacia.
Ma se la verità e solo ciò che funziona, che spazio resta per il pensiero critico? E chi detiene il potere di dire cosa è vero? Con la sua consueta chiarezza Galimberti mette i discussione le nostre convinzioni più radicate e ci mostra come, nella società della persuasione e della performance, la verità non si cerca più: si produce. E così facendo si perde. Un’indagine filosofica e civile in cui ci si interroga sulla crisi della democrazia, la retorica del populismo, il dominio dell0’informazione e dell’intelligenza artificiale. Perché rinunciare alla verità significa rinunciare all’umanità stessa.
L’autore. Umberto Galimberti (1942, Monza) filosofo, psicoanalista e docente universitario italiano. Compiuti gli studi di filosofia e psicologia, è attualmente professore ordinario di filosofia della storia presso l’Università di Venezia. Professore associato fino al 1999, precedentemente (dal 1976 al 1983) è stato professore incaricato di antropologia culturale. Dal 1985 è membro ordinario dell’International Association of Analytical Psychology.
Allievo di Karl Jaspers durante alcuni soggiorni in Germania, ne ha tradotto in italiano le opere. Ha dedicato anche alcuni studi a Edmund Husserl e a Martin Heidegger. Dal 1995 collabora con il quotidiano «la Repubblica».
Tra le sue opere si ricordano: L’ospite inquietante (2007), Il segreto della domanda. Intorno alle cose umane e divine (2008), La morte dell’agire e il primato del fare nell’età della tecnica (2009), I miti del nostro tempo (2009), Cristianesimo (2012), La disposizione dell’amicizia e la possessione dell’amore (2016), La parola ai giovani. Dialogo con la generazione del nichilismo attivo (2018), Che tempesta! (2021 con Anna Vivarelli), Il libro delle emozioni (2021), L’etica del viandante (2023) e Le grandi domande. Filosofia per giovani menti (2024). (Red)
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