Avanti va il mondo

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23.10.25 Avanti va il mondo

László Krasznahorkai,
Avanti va il mondo
traduzione di Dóra Várnai

Milano, Bompiani, 2024, pp. 352, euro 22,00

23.10.25 – I libro è una raccolta di racconti, dove la riflessione sul tempo resta fondamentale anche nella forma scelta: per usare le parole dell’autore, «nel mio caso romanzo e racconto sono due forme molto diverse di prosa. Il romanzo traduce in realtà un mondo intero, mentre il racconto segue un’unica traccia, di solito con un unico protagonista al suo centro, in uno spazio circoscritto, in un arco di tempo circoscritto».

Attraverso queste storie – tutte raccontate da una sola voce narrante, ambientate in diverse parti del mondo e spesso incentrate su stanchi viaggiatori che partono ma non arrivano, che fuggono –, il lettore può farsi un’idea, in una forma più breve e condensata, e quindi forse più accessibile, della potenza linguistica di Krasznahorkai e della sua indagine di un universo che raramente capiamo e in cui raramente riusciamo a farci strada con chiarezza.

L’autore. László Krasznahorkai (195, Gyula – Ungheria), vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 2025 «per la sua opera avvincente e visionaria che, nel mezzo del terrore apocalittico, riafferma il potere dell’arte», è uno scrittore ungherese, Paese che ha lasciato nel 1987 per Berlino Ovest, per poi vivere negli Usa, in Cina, in Giappone. Ha vinto numerosi premi internazionali, tra i quali nel 2015 l’International Man Booker Prize. La critica lo considera il più grande scrittore ungherese vivente, sia per i suoi romanzi sia per i suoi racconti.
Susan Sontag l’ha definito “il maestro ungherese dell’apocalisse” e a questo ha risposto in un’intervista per il Corriere della Sera: «L’apocalisse è la condizione del nostro mondo, il suo stato ordinario, ci siamo già dentro, ci viviamo immersi, non c’è nulla da aspettare, è già qui, ed era già qui, e ci sarà sempre fintantoché esisterà l’umanità, fino a quando non ci annienteremo a vicenda: l’apocalisse è la nostra dimensione naturale».
Tra le sue opere pubblicate in Italia ricordiamo: Satantango (Bompiani 2016) scritto nel 1985, finalista al Premio Gregor Von Rezzori e al Premio Strega Europeo nel 2017, da cui Béla Tarr ha tratto un celebre film; Melancolia della resistenza (Zandonai e poi Bompiani); Il Ritorno del Barone Wenckheim (Bompiani 2019), vincitore del National Book Award for Translated Literature nel 2019; Guerra e guerra (Bompiani 2020); Seiobo è discesa quaggiù (Bompiani 2021), Herscht 07769 (Bompiani 2022). (Red.)

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