21.12.24 – Con l’arrivo a Napoli di Triton 3300/3 MKII, il moderno batiscafo che diventa operativo in forza alla Stazione Zoologica “Anton Dohrn”, prendono forma a oltre un secolo di distanza le idee visionarie di Anton Dohrn. Il batiscafo, costato oltre 5 milioni di euro, acquisito grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), svolgerà un ruolo fondamentale nelle prossime attività di esplorazione delle profondità del Mar Mediterraneo previste nell’ambito del progetto EMBRC-UP, coordinato da Massimo Cavaliere, direttore generale della stazione “Anton Dohrn”.
Il Triton, costruito a Orlando (Stati Uniti), è capace di ospitare un pilota e due ricercatori e portarli fino ad una profondità di 1.000 metri. Lungo 4 metri, largo 3 e alto 2,6, può lavorare per 12 ore alla massima profondità e fino a 96 ore più in superficie. Le dotazioni tecnologiche includono tutti i sistemi di sicurezza e di osservazione più avanzati: sonar, manipolatori robotici, videocamere 6K e altri sistemi di monitoraggio ambientale. Servirà a condurre esplorazioni e osservazioni in ambienti profondi, con la possibilità di effettuare esperimenti manipolativi.
«Con l’arrivo del Triton 3300/3 MKII – spiega il presidente SZN, Roberto Bassi – la Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli si conferma come un’eccellenza nel panorama scientifico internazionale. Questo straordinario strumento rappresenta una rivoluzione per la ricerca marina nel Mediterraneo, permettendoci di raggiungere ripetutamente e operativamente profondità che fino a pochi anni fa sono state accessibili solo episodicamente e con tecnologie estremamente costose. Ora, per la prima volta in Italia, possiamo portare i nostri scienziati fino a mille metri sotto la superficie marina, consentendo loro di osservare con i propri occhi, ecosistemi e processi che costituiscono il cuore pulsante della vita sul nostro pianeta. È certo una conquista. Allo stesso tempo è una forte responsabilità finanziaria che faremo il possibile per fronteggiare in un periodo di ristrettezze di fondi destinati alla ricerca».
Da parte sua, Massimo Cavaliere, sottolinea: «Questo traguardo non riguarda solo la Stazione Zoologica, ma tutta la comunità scientifica nazionale e internazionale, nell’ambito della rete internazionale EMBRC-UP. Il Triton 3300/3 MKII sarà una risorsa condivisa, al servizio della conoscenza, pronta a rispondere a grandi domande sulla biodiversità, sul cambiamento climatico e sull’equilibrio degli ecosistemi marini».
Il Triton 3300/3 MKII costituisce, per la Stazione Zoologica di Napoli , una tappa significativa della propria storia: oltre un secolo fa, Anton Dohrn, mente visionaria oltre che brillante studioso, aveva già intuito, le potenzialità nascoste nei fondali marini del Mediterraneo ed enunciato la necessità di studiare il mare andando in profondità, lontano dalla costa.
All’inizio del Novecento, le idee di Anton Dohrn si innestarono perfettamente con quelle di Alfred Krupp, industriale tedesco trasferitosi a Capri per motivi terapeutici e appassionato di biologia marina, che propose al fondatore della Stazione Zoologica di Napoli di intraprendere una campagna di ricerche, da lui finanziata, per esplorare i fondali. Quelle esplorazioni portarono alla scoperta di diverse specie marine della fauna ittica del Mediterraneo, sconosciute agli studiosi dell’epoca.
Sui tempi dell’operatività del batiscafo, Simonepietro Canese, Primo Tecnologo Dipartimento Infrastrutture di ricerca per le risorse biologiche marine, che ha curato la procedura di acquisizione del batiscafo, conclude: «Riteniamo che sarà pronto per la prossima primavera. Siamo entusiasti del fatto di essere riusciti a portare questo tipo di batiscafo in Italia: ora ci vorrà uno sforzo enorme per farlo funzionare come si deve, ma questo ci rende orgogliosi. È una tappa di un lungo percorso di esplorazione dei fondali marini, iniziato nel nostro Paese circa 20 anni fa e che ci porta oggi a procedere verso nuove frontiere». (Red.)
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