Il nemico di Mussolini

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Sappiamo molto della leggenda di Matteotti ma poco della sua breve eppure intensa parabola di vita: le origini e la famiglia di agrari, la formazione intellettuale, l’imprinting europeo maturato in viaggi di studio.
07.03.24 Il nemico di Mussolini

Marzio Breda Stefano Caretti
Il nemico di Mussolini
Milano, Solferino, 2024, pp. 288, euro 18,00

L’assassinio di Giacomo Matteotti il 10 giugno 1924 segna l’inizio della parabola più sanguinosa e totalitaria del fascismo eppure, a cento anni di distanza dai fatti, il caso non appare chiuso in modo definitivo. Tanto che sono nate contese su chi avesse diritto di commemorarlo e fiorite ipotesi revisioniste che hanno relativizzato il ruolo di Mussolini come mandante dell’omicidio, avallando tesi come quella di una Tangentopoli in camicia nera che viene ridimensionata in queste pagine. Il risultato è che sappiamo molto della leggenda di Matteotti ma poco della sua breve eppure intensa parabola di vita: le origini e la famiglia di agrari, la formazione intellettuale, l’imprinting europeo maturato in viaggi di studio (da Vienna a Berlino, da Oxford a Parigi), le sue idee per un socialismo riformista, l’intransigenza e l’integrità etica. E pure il carattere, che fece di lui l’avversario più pericoloso per il duce, come dimostrò la sua denuncia in Parlamento dei brogli elettorali e delle violenze compiute dai fascisti.

A ricostruirne la figura a tutto tondo mira questa biografia che, anche sulla scorta di documenti inediti, mette in luce due cose essenziali: com’era l’uomo prima di diventare un martire, nei 39 anni che ha vissuto in maniera appassionata, e come è diventato un simbolo dell’antifascismo. Perché come è stato scritto: «Prima di lui c’era stata l’opposizione al fascismo, ma l’antifascismo come valore, come scelta consapevole e prioritaria nasce solo con l’estate del 1924, nel suo nome».

Gli autori
Marzio Breda (1951) è editorialista del «Corriere della Sera», dove lavora dal 1980. Si occupa di politica e cultura. Ha pubblicato tre saggi sul Quirinale, fra i quali “Capi senza Stato” (premio Estense 2022). Autore di studi critici su Pessoa, Eliot, Pound, ha scritto con Andrea Zanzotto il libro intervista “In questo progresso scorsoio”. È membro del comitato scientifico della Fondazione Turati di Firenze.
Stefano Caretti (1946) ordinario di Storia contemporanea, ha curato le “Opere complete” di Giacomo Matteotti in tredici volumi (1983-2020) e il cofanetto in cinque tomi “Matteotti si racconta” (2022). Ha allestito una mostra per la Camera dei deputati in occasione del centenario del delitto Matteotti di cui ha pubblicato il catalogo “Giacomo Matteotti. Ritratto per immagini”. Dal 2004 (anno della sua istituzione) è membro della Commissione giudicatrice del Premio Matteotti della Presidenza del Consiglio. (Red.)

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