Scoperta una nuova specie di “Campanula” nelle Prealpi bergamasche

1111
La specie appartiene al genere Campanula ed è stata denominata Campanula bergomensis, ovvero di Bergamo.
Campanula bergomensis (Credit: unimi.it)

Scoperta e identificata nelle Prealpi Bergamasche una nuova campanula. È il risultato di una serie di ricerche condotte da un gruppo di studio coordinato dall’Università di Milano, dall’Università di Siena e dal gruppo Flora Alpina Bergamasca – FAB. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista internazionale Phytotaxa.

È stata classificata col nome di Campanula bergomensis, la cui caratteristica è di crescere in ambienti molto particolari: su conoidi detritici carbonatici di bassa quota e si trova solo in poche valli nei pressi della città di Clusone (BG). Gli studiosi hanno trovato affinità con la Campanula cespitosa, che fiorisce sulle Alpi orientali in Italia, Austria e Slovenia. Attraverso analisi genetiche, morfologiche e palinologiche, gli studiosi però hanno visto che le due specie sono in realtà ben distinte e che Campanula bergomensis rappresenta un’entità autonoma rispetto alle campanule conosciute. Alcuni esemplari della nuova specie sono stati cresciuti da seme e ora sono in coltivazione all’Orto Botanico Città Studi della Statale di Milano.

Secondo i ricercatori, la distribuzione ristretta della nuova specie, che solo in minima parte ricade all’interno di aree protette, rende necessarie appropriate iniziative di tutela. «La specie – spiega Barbara Valle, ricercatrice dell’Università di Siena e prima firmataria dell’articolo – ha un areale limitato ed è gravemente minacciata dalle attività umane. È quindi urgente adottare delle misure di protezione e conservazione».

Al riguardo, Marco Caccianiga, docente di Botanica del Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Milano e coordinatore della ricerca aggiunge: «Questa scoperta dimostra come la biodiversità italiana riservi ancora molte sorprese e che le conoscenze sulla nostra flora e fauna siano tutt’altro che complete, oltre a confermare la straordinaria ricchezza floristica delle zone prealpine. Per affrontare la perdita di biodiversità attualmente in corso – conclude – è necessario innanzitutto conoscerla a fondo, indagando anche territori apparentemente ben conosciuti». (Red.)

Vedi
www.unimi.it
www.unisi.it
https://phytotaxa.mapress.com/pt

Suggerimenti